Il rischio connesso a lavorare in Italia si chiama rischio Paese ed è legato ai problemi aggiuntivi tipici di un determinato paese. In Italia sappiamo che gli assicuratori hanno sempre incontrato il problema comune che tutti i residenti in Italia subiscono: un servizio Giustizia non adeguato. Ma l'opinione pubblica, che spesso ispira anche le decisioni dei Magistrati oltre che ovviamente le Leggi, tende a considerare gli assicuratori, intesi come Imprese di Assicurazioni e non gli intermediari, come dei soggetti poco simpatici che tendenzialmente incassano con piacere e pagano raramente. Certo l'immagine principale deriva dall'assicurazione dei veicoli a motore, perché in Italia vige una formula davvero strana: gli assicuratori non pagano i danni che causano gli assicurati ma, tramite un meccanismo, ogni sinistro finisce per generare un credito fisso a volte più alto del sinistro ed a volte meno. Questa procedura, che ha poco senso dal punto di vista logico, è un atto di “nonnismo” perché privilegia i grossi e vecchi assicuratori in danno dei nuovi che faranno molta fatica ad entrare nel Mercato senza avere grosse disponibilità finanziarie. Il tutto poi finisce nei bilanci degli assicuratori i quali, lavorando con trattati proporzionali, altro non fanno che essere intermediari anche loro e guadagnano grasse provvigioni che possono incamerare, grazie alle norme che consentono vantaggi fiscali alle società (e non le consentono alle persone fisiche) in parte in paesi con fiscalità privilegiata. Ovvio quindi che quando il furbetto di turno porta in Tribunale l'assicuratore si veda quasi sempre dare ragione. Una questione di giustizia sociale punire coloro i quali sono nell'immaginario collettivo come dei ricchi incassatori e pessimi pagatori. Ma questo è il mondo delle rc auto, dove poveri intermediari lavorano con provvigioni da fame mentre gli assicuratori fanno i soldi caricando tariffe troppo alte rispetto al rischio ma giustificate dal sistema di indennizzo diretto che nessun assicurato ha mai chiesto ma, come la porta USB, è diventato uno standard. Nel mondo non rc auto ecco cosa colleghi ed assicurati ci hanno insegnato oggi: 1. Fulmine a ciel sereno: si tratta di un sinistro ben noto dall'assicurato prima della stipula dell'assicurazione, ma che lo stesso ha abilmente nascosto in ogni modulo proposta e che ora dichiara essere una novità che davvero non si aspettava. 2. Il dovere è aiutare l'assicurato. Forti di questo dovere, alcuni intermediari firmano direttamente il modulo proposta (per non seccare l'assicurato con tutte queste inutili firme) e si sostituiscono allo stesso, pur senza procura, per ogni adempimento relativo alla polizza persino per la denuncia del sinistro. 3. Abbiamo pensato a Te caro Collega. E' la frase che di solito inizia la conversazione di un Collega che sta cercando di rifilare un affare pessimo che già tutto il Mercato ha rifiutato. 4. Per correttezza. Lo scrive l'assicurato con contratto claims made, che non ha ricevuto una richiesta di risarcimento e neppure vede ragioni per temere di riceverla in futuro ma in ogni caso, per correttezza, chiede che sia aperto un sinistro da tenere li per una ventina di anni aperto. 5. Se dovessi denunciare tutto. Frase pronunciata tipicamente da un assicurato di polizza claims made al quale viene contestato il fatto che 5 anni prima della stipula del contratto abbia ricevuto la richiesta danni, non abbia detto nulla ed abbia fatto anche due gradi di giudizio. 6. Vi prego di riesaminare il caso. Di solito questa frase è scritta da qualche avvocato italiano dopo che gli è stata mostrata la prova che il proprio assistito ha dichiarato il falso all'atto della stipula del contratto. 7. Ma come, tanti anni senza sinistri e mi fate solo il 45% si sconto? Questa frase, pronunciata spesso da assicurati sulla vita, non porta fortuna. Per quelli che non sono assicurati sulla vita, porta all'anno successivo ad urlare la frase 8. 8. Ma come solo per un sinistro mi aumentate il premio del 10%? Questa frase è di solito pronunciata se il sinistro ha superato il massimale. 9. Non siete seri. Di solito pronunciata da un assicurato che si sente responsabile per aver consigliato al suo cliente di non pagare tasse interpretando in modo involontariamente sbagliato, le norme sulle imposte in Italia. 10. Avete arrecato un grave danno all'immagine del mio cliente. Di solito lo scrive un legale al quale l'assicuratore fa presente che un conto è commettere una negligenza involontaria ed un conto è farlo di proposito tanto c'è l'assicurazione. Ma che dire se questo succede è anche perchè ancora più ridicola è la situazione presso gli assicuratori. Gli accorpamenti le fusioni ed i tagli hanno fatto scomparire le imprese di assicurazioni sostituite da imprese che non hanno la capacità di fare una valutazione del rischio (c'è il computer perché usare il cervello?). In questo contesto ci muoviamo in Italia fra mille difficoltà operative e dovendo fare i conti con problematiche degne di un film comico più che di una professione. E mettendo sempre la nostra faccia a rischio per le mancate promesse di assicuratori o assicurati il tutto per il piacere di essere indipendenti dagli uni e dagli altri che è il solo bello di questo lavoro. Indipendenza troppo spesso messa a rischio da persone arroganti che non sono in grado di accettare le regole democratiche. Ma per concludere anche buone notizie, ho saputo poco fa che Assointermediari ha ottenuto l'interruzione della gara di appalto della Cassa Forense dove il bando fissava condizioni che non favorivano l'accesso alla procedura per i piccoli e medi broker. Sperando di poter riportare sempre buone notizie, invito anche i signori che hanno qualcosa da dire ad inviarci commenti che saranno pubblicati. Nel contempo diamo notizia che tutti i nostri preventivatori sono ora aperti e senza password cosi' da rendere ancora più facile il lavoro. Buon lavoro