Brutti e Cattivi (gennaio 2020)

Chi lavora nel settore assicurativo in Italia ha dovuto fare i conti con personaggi particolari.

Da un lato ci sono le imprese di assicurazioni. Un tempo queste Imprese avevano un proprietario benché, talvolta si divertiva a rifilargli immobili supervalutati prendendo in cambio titoli di stato, almeno aveva una sua personalità anche pittoresca.

Oggi le Imprese non hanno un proprietario. Hanno addetti commerciali bizzarri che devono portare a casa budget impossibili e spesso finiscono nelle mani di grossi intermediari, i quali tengono il funzionario per il collo essendo loro fautori o meno del raggiungimento del budget. Nessuno nelle compagnie di assicurazioni valuta minimamente la qualità dei prodotti, ma solo la quantità, trasformando gli intermediari chiamati persino distributori in piazzisti di polizze.

Dall'altra parte ci sono i clienti che in Italia possono beneficiare di una giustizia forte coi deboli e debole coi forti; quindi se un assicurato è disonesto sarà certo di avere tutte le tutele del caso, mentre se per avventura un assicurato è un cittadino onesto finirà vittima del sistema e verrà stritolato. L'intermediario ha pochi poteri perché in sede assuntiva l'impresa di assicurazioni non è neppure più in grado di valutare un rischio e comunque la fame di grossi numeri porta all'appiattimento dell'offerta. Un esempio tragico è stata la nota compagnia statale italiana che Giolitti si vantava sottoscrivesse solo rami vita perché i loro funzionari, secondo tale politico, erano solo in grado di capire se un soggetto fosse vivo o morto. Dopo che tale impresa è stata privatizzata e venduta ad un grosso gruppo assicurativo, invece che adottare le, un tempo più tecniche e corrette prassi del gruppo, ha imposto le sue strane strategie con prodotti vita sempre più costosi, sistemi di vendita sempre meno competenti, più assillanti, con risultati ottimi per i ricavi ma pessimi per l'aspetto tecnico o morale. Ma dell'essere umano non importa nulla a nessuno.

L'Autorità di Vigilanza, che si ostina in contrasto aperto con la grammatica italiana a dividere gli assicuratori e i distributori in grandi o piccoli dimenticando che i grandi sono diversi dai grossi che per loro natura, specie se distributori, non solo non saranno mai in grado di offrire un buon servizio come i piccoli, ma essendo grossi sono soggetti alla tentazione di essere arroganti e prepotenti con il mercato. Purtroppo molti sono ancora convinti che se un piazzista-distributore vende tanti pezzi è bravo e non importa la qualità del suo servizio o dei prodotti venduti. Una persona che stimo criticava un venditore che si vantava di essere capace di vendere ghiaccio agli eschimesi e giustamente faceva notare come tale prassi, se davvero attuata, sarebbe una truffa.

Ecco su cosa si basa oggi il nostro lavoro: sulle truffe ma legalizzate.

Infatti oramai la prassi in Italia è dichiarare il falso (nei moduli proposta, nei questionari anamnestici) ma anche nelle condizioni di polizza. Insomma un caos dove non si può avere alcuna certezza o garanzia e dove tutti si impegnano a dare immagini di solidità con miliardi di euro di patrimoni (spesso in paradisi fiscali), ma al lato pratico sono meno affidabili delle imprese degli anni 70 in Italia dove almeno il proprietario aveva un minimo di senso del dovere e di etica.

In questo scenario si realizza la Brexit che per il settore assicurativo non porta grandi cambiamenti salvo che per il mercato Lloyd's che viene completamente stravolto. Infatti i Lloyd's, con i quali non operiamo più dopo essere stati i primi in Italia, proprio per la loro recente condotta nella gestione dei sinistri e per lo scarso rispetto degli intermediari trattati come schiavi della oscura epoca coloniale britannica, non hanno attuato politiche in favore degli assicurati europei in vista della Brexit.

L'IVASS intanto si accanisce nella richiesta di modelli elettronici con firma digitale, non dialoga con le associazioni di categoria che comunque perseguono, come i partiti politici, solo interessi personali di potere e mai tutelano i cittadini e non interviene nei confronti dei Lloyd's.

Il risultato è che se avete crediti dai Lloyd's non solo non avrete vita facile a recuperarli ma sarete anche oggetto di loro ritorsioni secondo uno strano principio di "fratellanza" del mercato che suonerebbe famigliare nei racconti del grande Camilleri purtroppo scomparso.

Infatti, se siamo tutti più sereni sapendo che ora i barconi di migranti illegali arriveranno sulle coste francesi provenendo dal Regno Unito, noi poveri intermediari che abbiamo collaborato in buona fede coi britannici credendoli corretti ci aspettiamo che i britannici siano costretti a rispettare gli impegni assunti e le persone coinvolte.

Restiamo solo noi intermediari assicurativi a chiedere giustizia contro questi brutti e cattivi.

Certo anche i miei "connazionali" che hanno portato ogni tipo di pessimo affare ai Lloyd's con una politica assuntiva disgustosa al ribasso e condizioni normative scadenti hanno la propria responsabilità nel aver contribuito a questo stato di cose.

Poi l'avvento degli azzeccagarbugli (chiamati loss adjuster), specie di capre che nulla capiscono ma che si intrufolano nei sinistri per interesse personale e danneggiano assicurati, intermediari e assicuratori.

Una di queste capre-loss adjuster tempo fa ometteva di rispondere ad una richiesta dell'Assicurato circa un possibile e molto conveniente accordo transattivo. Dopo lunga ed inutile attesa di una risposta l'Assicurato chiudeva il sinistro con una cifra ridicola rispetto al danno reclamato e la capra-loss adjuster diceva che non avrebbero pagato il danno per due motivi:
1) in Italia si paga sempre la metà di quanto richiesto (questa capra è italiana);
2) l'assicurato ha chiuso il sinistro senza attendere il consenso scritto degli Assicuratori (consenso che hanno omesso di fornire negando persino la ricezione di email, raccomandate e pec).

Una tristezza, se si pensa che essendo pendente un giudizio, IVASS non può fare nulla ed il Financial Ombudsman Britannico, che invece lavora e sanziona, è talmente oberato di lavoro che ci metterà persino di più della giustizia italiana.

Peggio dei vecchi britannici colonizzatori (nella foto pensate un gruppo di coloni britannici che protestava durante le battaglie per l'indipendenza del Kenya nel non così lontano 1960. La foto è conservata al Museo di Nairobi e dimostra come i britannici non avessero la minima intenzione di rispettare le persone che avevano, fino ad allora, sfruttato e tenuto come schiavi, ma anzi fossero persino contrari all'indipendenza).

Certo noi italiani non possiamo vantarci tanto perché anche i nostri avi sono stati brutali colonizzatori, però una cosa distingue l'Italia dal Regno Unito: l'Italia ha chiesto scusa per l'epoca coloniale ed ha pagato i danni, i britannici nulla nemmeno chiedere scusa. Quindi come pensate si comporteranno di fronte ai sinistri o le provvigioni non pagate dopo la Brexit?

In Kenya le persone lottavano e morivano per la libertà ma c'erano anche cittadini kenioti che collaboravano con i colonizzatori. Allo stesso modo anche in Italia abbiamo piccole personcine-capra e società che lavorano per questi "nuovi" extracomunitari.

La pagheranno?

Non credo, ma è giusto cominciare a parlarne perché sarebbe ora che lo Stato Italiano, sempre debole con i forti, cominciasse invece ad attaccare questi arroganti obbligandoli a lasciare il nostro Paese solo dopo aver pagato tutto quanto dovuto portandosi con loro anche i nostri connazionali traditori.

Nel frattempo noi vigiliamo e garantiamo, solo con assicuratori seri, un livello di coperture assicurative di elevato contenuto tecnico basandoci soprattutto su etica e serietà che da 30 anni ci distinguono nel Mercato.

Buon lavoro.

Alessandro Nosenzo

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